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FIRENZE. Guardare l'arte degli Anni '30 con occhi diversi e ancora attuali.

Pubblicato su da Miriampaola

FIRENZE. Guardare l'arte degli Anni '30 con occhi diversi e ancora attuali.

FIRENZE. Ci sono periodi nella storia dell'arte, che hanno un vigore interiore tale da restare sempre attuali, vivaci, fonti di ispirazione e di attrattiva di difficile paragone. Uno di questi corrisponde agli Anni '30 una fucina di arti, di idee e di proposte in ogni settore, artistico e non, i cui risultati sono ancora attuali e validi. Anni Trenta di grande attualità, tanto da essere scelti come protagonisti di una bella mostra in corso a Palazzo Strozzi, che si chiuderà il 27 gennaio 2013 e che s'intitola "Anni '30. Arti in Italia "Oltre il fascismo".

E' un viaggio in un mondo ricco e straordinariamente prolifico di suggerimenti, di idee, di progetti, di realizzazioni. I 96 dipinti, 17 sculture, 20 oggetti di design indicano chiaramente quale fosse la fucina di idee in atto in quel periodo; alla dittatura, con le sue rigidità formali e sociali oltreche artistiche e culturali, si contrappone, infatti, la vivacità e il confronto costruttivo delle idee degli artisti.

Dunque un periodo cruciale con tutti gli stili schierati in campo e pronti a darsi battaglia per il raggiungimento di nuovi ideali e nuovi mete stilistiche: dal classicismo al futurismo, dall'espressionismo all'astrattismo, dall'arte monumentale alla ritrattistica da salotto di buona famiglia.

A sostenere questo scontro e afrne cassa di risonanza, ecco apparire una grande novità per l'Italia fino ad allora: nasce e acquista sempre più vigore la comunicazione di massa che attraverso strumenti innovativi quali manifesti, radio, cinema, giornali, assume il ruolo di guida delle masse, diventando un laboratorio nel laboratorio, da cui si lanciavano i primi semi della comunicazione e dell'informazione attuale.

L'importanza delle arti negli Anni Trenta è quella di essere le arti della "svolta" sociale e culturale, le arti del cambiamento, le arti di un periodo che diventa spartiacque della cultura artistica permettendo così all'Italia di godere di una rinnovata primavera artistica che le consentirà, nonostante i rigori della dittatura fascista, di essere un punto di riferimento e soggetto protagonista di un serrato dialogo tra i maggiori centri propulsori dell'arte.In Italia che sono MIlano, Firenze, Roma, Torino, Trieste, mentre in Europa sono Parigi e Berlino. Un periodo di laboratorio complesso ma vitale, dove l'Italia gioca un ruolo importante verso la modernizzazione, che si propone anche con la scelta di industrializzare la produzione di oggetti di design trasformando così l'arte da oggetto unico ad oggetto seriale, e aprendo di fatto la strada alla crescita e alla diffusione del design.

La mostra ci propone una ripartizione in sette sezioni che si aprono con due sale dedicate ad una carrellata di capolavori di artisti come Sironi considerato il "comunicatore" dell'arte vista la sua idea che l'artista fosse anche comunicatore politico e ideologico-culturale, a Martini, da un giovane Guttuso a Fontana e Cagli. L'arte è narrata attraverso i centri di sviluppo artistico come il Gruppo di Milano con Sironi, Martini e Carrà, Firenze con Soffici, Rosai, lega e Viani, Roma con Donghi, Carena, Ceracchini, Torino con Casorati che fa l'occhiolino alla Francia con Chessa, Menzio, Paulucci e Mori.

C'è poi la sezione dedicata ai "giovani" che esprime in quel periodo forme antiaccademiche e mi riferisco all'avanguardia futurista e astrattista con personaggi come Licini, Prampolini, Radice e Crali,Scipione, Mafai, Pirandello Gentilini, Sassu, Fontana, Marini e Melotti.

La parte dedicata all'arte pubblica vede entrare nellarte quali protagoniste le masse e la relativa comunicazione di massa nell'arte. Lo scontro, anche acceso, fra avanguardia e tradizioni è protagonista della sezione "Contrasti" mentre la duplicazione delle opere attraverso la riproduzione industriale delle stesse, come dialogo fra la moltiplicazione dell'arte e l'unicità dell'oggetto artigianale e spesso di lusso è al centro della sezione dedicata al design. L'ultima sezione è dedicata a Firenze e alla vocazione della città ad essere luogo d'incontro e di confronto.

Al termine del percorso è data la possibilità di sfogliare su un touchscreen una serie di fotografie dell'epoca selezionate dall'Archivio del Touring Club, a documentare l'architettura coloniale e una selezione di immagini di interni italiani degli anni Trenta tratti dalle pagine della famosa rivista di design Domus.

Una mostra da non perdere e da visitare senza remore di pregiudizi inutili ma con gli occhi disincantati e in grado di afferrare tutta quella vasta serie di innovazioni che hanno fatto degli Anni Trenta l'anticamera delle "novità" attuali.

FIRENZE. Guardare l'arte degli Anni '30 con occhi diversi e ancora attuali.